Vivere in uno stato democratico significa essere consapevoli e partecipi dei complessi meccanismi sottesi a garantire la rappresentatività, rispettare gli esiti elettorali, anche quando non li condividiamo, attenersi alle procedure previste dal complesso meccanismo di funzionamento, usare gli strumenti messi a disposizione per l’esercizio delle funzioni.
PLP mai e in nessun caso tende e intende sostituirsi ad Enti ed Istituzioni preposti all’amministrazione dei principi della giustizia e della legge.
Siamo sempre e assolutamente convinti che il rispetto delle Istituzioni, siano esse pubbliche o private, sia un prerequisito indispensabile per garantire il corretto funzionamento e l’esercizio della democrazia.
Siamo altresì fermamente convinti, da sempre, che le polemiche pubbliche che vedono protagonisti colleghi trasformati in bersagli di accuse più o meno velate, come succede sempre più spesso negli ultimi anni, non sia una modalità comunicativa efficace né per risolvere gli eventuali ed inevitabili problemi fra esponenti di differenti posizioni politiche, né per la categoria tutta che rischia di rendere ancora più precaria la propria credibilità professionale.
Riteniamo imprescindibile, soprattutto per noi che ne abbiamo le competenze, portare attenzione ai principi della comunicazione e al rispetto delle opinioni differenti, astenendoci pubblicamente da qualunque polemica fine a se stessa: come possiamo proporre le nostre competenze se noi per primi non ne facciamo uso?
Con PLP abbiamo sempre lavorato e lavoriamo sui piani di concretezza, nell’imprescindibile rispetto dovuto alle Istituzioni tutte, continuando a promuovere la professione e la psicologia, instaurando rapporti di reciproca collaborazione con tutti gli Enti ed Istituzioni pubbliche e private con le quali avviare proficue cooperazioni.
Non è semplice e tantomeno facile occuparsi di politica professionale tenendo in equilibrio le diverse istanze necessarie al progresso e al riconoscimento della nostra professione, data la molteplicità di variabili in gioco e la grande varietà delle competenze e professionalità specialistiche della psicologia.
I toni aggressivi, in tutte le loro sfumature, così come l’esposizione pubblica e mediatica non rientra nel nostro modo di fare politica professionale perché come la psicologia ci insegna, sappiamo bene non aiuta a raggiungere gli obiettivi, crea pericolose spaccature e fazioni di parte che lasciano ampio spazio a derive umorali e personali che in una causa comune non possono avere posto.
Lo abbiamo sempre detto e soprattutto attuato con coerenza, qualunque sia stata la parte in causa.
Continueremo a farlo perché questo è quello in cui crediamo: buona comunicazione, rispetto, mediazione per un solo ed unico obiettivo che va oltre le parti in gioco: la Psicologia.
Il nostro invito, pertanto, sarà sempre e comunque alla calma, al dialogo e all’incontro.