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A cura di Dominella Quagliata, Presidente di PLP Psicologi Liberi Professionisti

Parte di quanto segue non è, non può e non deve essere la regola. In seno alla nostra professione abbiamo bisogno di confronto costruttivo, di stili comunicativi appropriati e di scambio di corrette informazioni. Ossia ciò che avviene con la maggioranza delle colleghe e dei colleghi di ogni sigla. Mi sento onorata di potermi confrontare periodicamente con alcuni colleghi di Altra Psicologia, Anoser, Aupi, FIP, Professione & Solidarietà, Sinapsi/Campi, persone stimabili che tanto hanno fatto e faranno con e nella politica professionale. Viva le differenze, purché costituiscano ricchezza e mai sottraggano decoro alla nostra professione.

“In questo tempo di guerre dobbiamo essere tetimoni di pace, anche imparando a dare forma alla convivialità delle differenze” (Papa Francesco, 26 ottobre 2024).


Premessa

Tutto iniziò, a mia insaputa, il 19 ottobre, alle ore 12.33. Ma solo alle 20.00, di un, apparentemente qualunque, sabato sera, quando già avevo deposto le funzioni professionali e sindacali per una, a mio avviso, meritata cenetta in relax…il mio whatsapp iniziò a notificare senza sosta.

Scrivevano colleghi allarmati da quanto stava accadendo in un gruppo privato FB di psicologi, chiedendomi cosa ne pensassi. Io in realtà pensavo alla pizza in forno, quasi pronta, e alla birra ghiacciata che l’avrebbe valorizzata. Così, coerentemente con la mia funzione sociale/professionale di promotrice della salute, consapevole che nessuno sarebbe morto di lì a poco se non mi fossi informata tempestivamente, decisi di occuparmi del mio benessere, onorando il programma della serata.

Lunedì mattina, riappropriatami delle funzioni professionali, al fine di rispondere alle garbate richieste dei colleghi, iniziai a leggere il post e i commenti “incriminati”. Non amo la comunicazione social, ma mi basta solo una vocale in più, la “e” per ingaggiarmi a dismisura. Così, consapevole di aver letto tante inesattezze circa la rappresentanza sindacale, e PLP Psicologi Liberi Professionisti, conscia che l’informazione corretta la si deve sempre, decisi di scrivere tra i commenti che necessitava formazione in materia e che mi sarei impegnata ad organizzare un webinar, invitando esperti di rappresentanza sindacale.

Mi si fece notare che non era sufficiente, sembrava che i colleghi fossero disorientati e necessitassero di rassicurazioni. Così scrissi ancora, stavolta cercando di disperdere la confusione da altri generata. Ma non fu sufficiente, le inesattezze, da più di qualcuno percepite come gratuiti attacchi al Sindacato che presiedo, travalicarono la piattaforma del buon Zuckerberg per atterrare su un blog privato.

E poi ancora un commento sotto il post… Io mi sarei ancora immolata, ma purtroppo, o per fortuna per chi come me ha difficoltà a districarsi tra la struttura dei commenti di Facebook, non ho potuto rispondere perché “un amministratore ha disattivato i commenti per questo post”. Giuro che l’amministratore in oggetto non è mio amico, ma da oggi, se vuole, lo sarà.

Dunque, a tutela di PLP Psicologi Liberi Professionisti, e per amore di verità, cercherò di sintetizzare qui quanto emerso.

Per chi volesse, in basso è possibile leggere alcuni commenti, quelli riguardanti PLP, del post in oggetto, che, in quanto estratti da un gruppo privato, per preservare la privacy dei colleghi, saranno associati a nomi di fantasia, tranne quello della sottoscritta. Ho scritto anche le risposte, private dello spazio originario, alle domande postemi dal collega prima che i commenti venissero disattivati.

Le seguenti imprecisioni sono state affermate pubblicamente da un’unica persona, collega impegnato da numerosi anni nella politica professionale, nella gestione di Ordine e Cassa professionale, che, quasi sicuramente, se non sarò smentita, in questa sede si è espresso in rappresentanza solo di se stesso. Corre l’obbligo di chiarire i seguenti punti, perché il collega è molto seguito sui social, per cui si è generato diffuso disorientamento e crescente preoccupazioni tra i colleghi. Ringraziamo il collega per averci offerto la possibilità di far, ulteriormente, conoscere PLP e Confprofessioni alle colleghe e ai colleghi, però esortando lui, e chi dovesse necessitare di informazioni, di chiederle prima di presumerle.

Imprecisioni (in neretto) e chiarimenti

Rappresentanza sindacale di PLP

  1. PLP è un finto sindacato e non aderisce a nessuna federazione sindacale.

Nel rispetto dell’art. 39 della Costituzione italiana “Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge”, PLP Psicologi Liberi Professionisti Sindacato Nazionale, da Statuto regolarmente registrato nell’anno 2000, rappresenta sindacalmente gli psicologi liberi professionisti e dallo stesso anno compone la Confederazione Confprofessioni. È in intervenuto, negli anni, senza clamori mediatici, per la tutela degli psicologi liberi professionisti, con il riconoscimento delle controparti (ASP; INPS; governi regionali). Inoltre ha contribuito attivamente, in Confprofessioni, alla tutela di tutti i liberi professionisti, tra cui gli psicologi.

2. Confprofessioni è un soggetto che rappresenta i professionisti ma in quanto datori di lavoro degli studi professionali.

Confprofessioni, costituita da 20 sigle sindacali – PLP (Psicologi), ANDI (Odontoiatri); ANMVI (veterinari); FIMP (Pediatri); FIMMG (Medici medicina generale); (Psicologi); ALA (Architetti); ANTEC (Tecnici);ASSOINGEGNERI (Ingegneri); FIDAF (Agronomi); INARSIND (Architetti e Ingegneri); SINGEOP (Geologi). ANF (Avvocati); FEDERNOTAI (Notai); ADC (Commercialisti); ANC (Commercialisti); ANCL (Consulenti del lavoro); ANREV (Revisori contabili); UNGDCEC (Commercialisti); ANA (Archeologi); CIPA (Professionisti e Artisti) – è riconosciuta, fin dal 2001, unica parte sociale del settore libero-professionale e nel 2010 è stata chiamata a far parte del Cnel, dove attualmente coordina la Consulta del lavoro autonomo e delle professioni, espressione di tutte le associazioni di rappresentanza di secondo livello del lavoro autonomo. Confprofessioni rappresenta e tutela gli interessi dei Liberi Professionisti nel rapporto con le controparti e con le istituzioni politiche.

Nell’ambito della rappresentanza dei liberi professionisti, sottoscrive il CCNL degli studi professionali, rappresentando con le controparti i liberi professionisti datoriali, che viene approvato dal Consiglio generale, composto dalle suddette 20 sigle, tra cui PLP.

Confprofessioni è regolarmente convocata dai governi regionali e da quello centrale.

3. PLP non è un sindacato e aderisce a Confprofessioni, che non è un’organizzazione sindacale ma un’organizzazione datoriale di titolari di studi professionali. Non è come la Cgil ma come Confindustria. Infatti non rappresenta gli psicologi in quanto psicologi.

Non si comprende bene questa affermazione. Comunque, volendo fare riferimento alle parti sociali citate, è corretto affermare che Confprofessioni è maggiormente accostabile a Confindustria, che rappresenta le imprese di grandi, medie e piccole dimensioni, quest’ultime costituite anche da un solo imprenditore senza dipendenti. Confindustria rappresenta gli imprenditori, non necessariamente datoriali, Confprofessioni rappresenta il liberi professionisti, allo stesso modo non necessariamente datoriali, come la gran parte degli psicologi. Non ci è chiaro cosa significa “non rappresenta gli psicologi in quanto psicologi”. I realtà, tramite PLP, li rappresenta, ma solo se questi sono liberi professionisti.

4. Che poi si possa immaginare che la mirabolante influenza della grandissima organizzazione a cui si aderisce possa far vivere di luce riflessa, e quindi PLP possa vantare una potenza di fuoco che il collega non ha ancora visto, sono supposizioni.

Ribadiamo che Confprofessioni è le sigle che la costituiscono, tra cui PLP. Confprofessioni non influenza le 20 sigle, come a dire che il corpo umano influenza l’organo cuore. Piuttosto, nella metafora, è corretto affermare che sia l’organo cuore che, interagendo con tutti gli altri, determina il, buono o cattivo, funzionamento del corpo umano.

Numero di iscritti a PLP

  1. PLP, secondo il collega, ha qualche decina di iscritti.

Il numero di iscritti a PLP, attualmente 1249 nel momento in cui scriviamo, numero in crescita in questi giorni, è pubblico e immediatamente verificabile sul sito del sindacato www.psyplp.it

Polizza RC professionale

2. PLP ha clonato, senza successo di iscritti, la polizza CAMPI.

Non comprendiamo bene cosa il collega intenda per “clonare”. Se si riferisce alla similitudine della polizza PLP con quella di CAMPI, temiamo che non ci siano molti margini di creatività e personalizzazione nella stipula di una polizza professionale. Quanto invece all’ipotesi dell’aver “copiato”, se fosse un servizio opzionale potremmo immaginare le sue fantasie, ma trattandosi di un obbligo di legge la cosa non regge. Piuttosto, la copertura sanitaria UNISALUTE non è obbligo di legge per i colleghi, PLP, attraverso la propria Confederazione, la garantisce da tantissimi anni, CAMPI ha provato a stipularla solo qualche mese fa, senza riuscire ad attivarla, per il mancato raggiungimento delle 5000 sottoscrizioni richieste dalla Compagnia. Ci hanno copiato? Assolutamente no, è sano che un’organizzazione provi a garantire ai propri iscritti più vantaggi possibili.

3. PLP ha qualche decina di polizze sottoscritte.

4. Dopo aver dichiarato il numero di polizze RC professionali “sottoscritte” in PLP, “una decina”, il collega chiede di poter conoscerne il numero.

La polizza è stata sottoscritta da PLP (N.B. non sono gli iscritti a sottoscriverla, in quanto polizza collettiva, loro si limitano a chiedere di fruirne gratuitamente in quanto associati) con valenza 1 gennaio/31 dicembre 2024. Al momento è stata richiesta da 332 associati, poco più della presunta decina. Valutato che gli iscritti a PLP sono attualmente 1249, il dato ci riempie di gioia, in quanto sono molti di più gli iscritti prima della sottoscrizione della polizza e che, dunque, non hanno aderito meramente per assolvere un obbligo di legge.

Già prima delle distorte affermazioni in questione, PLP aveva pubblicato, sul proprio sito web, una tabella di comparazione tra i diversi servizi offerti da sindacati di psicologi, per facilitare la scelta dei colleghi. Con immediatezza si poteva, e si può, verificare che, tra i vari servizi offerti agli iscritti dai sindacati, i più alti vantaggi non sono uniformemente associabili ad uno di essi. Ad esempio si evince che la polizza professionale garantita da CAMPI riconosce massimali più alti di quella di PLP, che a sua volta è più vantaggiosa di quella di AUPI, ammesso che al collega che sceglie serva realmente una copertura così alta. Lo stesso collega cha esalta la convenienza della polizza CAMPI, dichiara, contestualmente, che gli sembra spropositato dotarsi di massimali di € 2.500.000. Al contempo AUPI e PLP offrono diversi servizi, per alcuni colleghi maggiormente utili. I colleghi non hanno bisogno di essere instradati, ma che sia loro offerta un’informazione che, per quanto sintetizzata e schematizzata, sia coerente con la realtà e non manipolata.

5. Il collega chiede se la polizza professionale riservata agli associati PLP, in passato sostanzialmente identica a quella di CAMPI, è stata costruita sulla base delle statistiche di sinistrosità fornite da PLP oppure su quali altre statistiche di sinistrosità.

È facilmente deducibile che per una polizza di prima attivazione non sia possibile, da parte del contraente, offrire statistiche interne di sinistrosità , come per PLP, così come per tutti, tra cui CAMPI in prima attivazione tantissimi anni fa. Una solida Compagnia assicurativa che stipula contratti si basa di certo su proprie attendibili statistiche. Piuttosto, è bene riflettere sul fatto che PLP ha potuto permettersi di stipulare, in prima battuta, una polizza che lo stesso collega definisce identica a quella di CAMPI che scade a fine mese e che, da accordi, sarà rimodulata nel 2025. Ciò significa la diffusa percezione della credibilità/affidabilità di PLP/Confprofessioni è difforme da quella che il collega ha.

ARAN – Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni

  1. Il collega afferma che Confprofessioni non ha una rappresentatività certificata da ARAN, che è un ente dello Stato.
  2. Il collega chiede se PLP o Confprofessioni rappresenta gli psicologi nella contrattazione del loro CCNL come psicologi, e non come parte datoriale negli studi professionali, con rappresentatività riconosciuta dall’ARAN.

Per i colleghi che ci leggono, dobbiamo specificare che ARAN, cui fai riferimento, è l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, che rappresenta le pubbliche amministrazioni nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro. Confprofessioni rappresenta i liberi professionisti. Dunque l’accostamento ARAN/CCNL studi professionali costituisce un ossimoro. La rappresentanza sindacale riguarda sostanzialmente due fattispecie: i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi. Poi esiste una numericamente residua categoria atipica costituita dai convenzionati, per cui esistono contratti riconosciuti da ARAN, perché a committenza stabile pubblica, nonostante non siano compresi nella fattispecie dei dipendenti e, per certi versi, nemmeno, pienamente, in quella dei liberi professionisti. Certo è che se ci fosse la possibilità di ottenere per gli psicologi un contratto simile a quello dei medici di medicina generale, ci potremmo chiedere se a sottoscriverlo fossero più titolati i Sindacati degli Psicologi dipendenti o meno. Ricordiamo che il contratto dei MMG è sottoscritto da FIMMG, una delle 20 sigle di Confprofessioni; in quanto sottoscrittrice di questo specifico contratto è riconosciuta da ARAN. Nell’ambito del CCNL studi professionali, come precedentemente esplicitato, Confprofessioni rappresenta i liberi professionisti datoriali, tra cui gli psicologi.

CAMPI SINAPSI

  1. Il collega afferma che il sindacato SINAPSI si situa dove sta da sempre CAMPI e che le sue uniche ambizioni sindacali sono di eventuale rappresentanza dei liberi professionisti, sicuramente non dei dipendenti pubblici.

Come anticipato, secondo l’art. 39 della Costituzione italiana, SINAPSI può decidere di rappresentare chi desidera. Essere un Sindacato, con apposito statuto registrato, è solo un prerequisito per il riconoscimento dell’autorevolezza della rappresentanza, che determina se le associazioni sindacali siano o meno riconosciute e convocate dai governi regionali e centrale. Al momento SINAPSI aderisce a COSIPS, che a sua volta compone CIMO (Sindacato dei Medici che rappresenta i medici, i veterinari e gli odontoiatri in servizio ed in quiescenza, qualunque sia la natura del rapporto ed il datore di lavoro, a vantaggio del quale svolgono attività professionale) – che dichiara di rappresentare 10.000 iscritti, quest’ultima riconosciuta da ARAN come rappresentativa dei sanitari dipendenti dal SSN nella sottoscrizione del CCNL sanità. Al momento SINAPSI, COSIPS E CIMO non hanno alcun riconoscimento di rappresentanza dei liberi professionisti. Tacciamo, per decoro, su relative presunte potenze di fuoco (CIT.).

Inoltre da statuto SINAPSI, non comprendiamo: il collegamento ad altro soggetto giuridico che è CAMPI; perché il collega affermi che ambizione sindacale di SINAPSI sia di “eventuale” rappresentanza, quando la funzione di rappresentanza per un sindacato non è “eventuale” ma principale scopo; perché il collega escluda la rappresentanza dei dipendenti pubblici, da parte di SINAPSI, quando nel relativo statuto questo è indicato.

2. Il collega afferma che CAMPI ha creato SINAPSI perché altrimenti non avrebbe potuto stipulare la polizza.

Ci rifiutiamo di credere alle affermazioni del collega. . È terribile che passi questo messaggio, sarebbe è un danno non solo per CAMPI/SINAPSI, ma per l’intera categoria professionale. Creare un sindacato per non perdere iscritti e entrate di un’associazione svilisce, su tutti i fronti, la nobiltà della rappresentanza sindacale.

Rappresentanza sindacale dei liberi professionisti

  1. I sindacati sono strutturalmente attrezzati per gestire la contrattazione nel rapporto di lavoro dipendente tipico, ma non tutte le altre forme di lavoro.

Ciò è vero per i sindacati riconosciuti per la rappresentanza dei lavoratori dipendenti. Altre realtà, da anni, come precedentemente indicato, gestiscono e sottoscrivono contratti di altra fattispecie.

2. Il sistema dei sindacati oggi (da sempre) non è in grado di tutelare il 20% dei lavoratori italiani (i liberi professionisti).

3. Si è affermato un modello di lavoratore autonomo solo nominale, che in realtà è un lavoratore subordinato mascherato. Nessuno tutela questo strano ibrido, i sindacati semplicemente non sono attrezzati.

4. Il giorno in cui emergerà un sindacato in grado di incidere veramente su questa fetta di lavoratori italiani, a partire da una dimostrata credibilità che dovrà tradursi in un numero di iscritti, io stapperò una bottiglia. Al momento sono tutte chiacchiere pluripartisan.

Oltre a quanto finora espresso, citiamo solo qualche esempio di quanto, nei fatti, Confprofessioni abbia inciso a vantaggio dei liberi professionisti:

  • legge sull’Equo compenso, rispetto alla quale si sta ancora lavorando;
  • accesso ai fondi strutturali europei FSE e FESR per i professionisti, al pari delle PMI;
  • legge 81/2017 – Statuto del lavoro autonomo (accesso ai bandi della PA; rafforzamento delle prestazioni di sicurezza e di protezione sociale dei professionisti iscritti agli ordini; semplificazione della sicurezza sul lavoro degli studi professionali; atti delle amministrazioni pubbliche rimessi anche alle professioni; conferma dell’accesso ai fondi europei da parte dei liberi professionisti; deducibilità integrale delle spese di formazione; deducibilità delle Polizze contro gli insoluti; istituzione tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo; avvio del ripristino delle tariffe delle professioni ordinistiche);
  • indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO), al momento per professioni non ordinistiche;
  • iter a favore dell’assistenza sanitaria integrativa per i liberi professionisti e per il rafforzamento di diritti fondamentali sulla maternità, sulla malattia e gli infortuni.

Inoltre, l’Osservatorio delle libere professioni, di Confprofessioni, ente di ricerca riconosciuto dal Comitato di indirizzo e coordinamento dell’informazione statistica Comstat (organo di governo del Sistema statistico nazionale Sistan) e da Eurostat (Ufficio statistico dell’Unione europea), contribuisce attivamente alla costante analisi degli assetti che caratterizzano le libere professioni, azione propedeutica a qualunque tipologia di intervento efficace.

L’attività di Confprofessioni in rappresentanza dei liberi professionisti, non è confinata al territorio nazionale. Dal 2 maggio 2007 è operativo a Bruxelles il Desk Europeo di Confprofessioni. La Confederazione ha ritenuto indispensabile dotarsi di un proprio ufficio direttamente nel cuore dell’Europa per rendere efficace, nei confronti delle Istituzioni comunitarie, la propria azione di rappresentanza e di parte sociale attraverso un’incisiva attività di lobbying. Il Desk Europeo di Confprofessioni, regolarmente iscritto nel Registro per la trasparenza dell’Unione Europea, segue costantemente i lavori delle Commissioni parlamentari e della Commissione UE, con particolare attenzione ai temi che coinvolgono le attività professionali e la loro libera circolazione; mira inoltre a sviluppare un’informazione attenta e tempestiva sulle attività normative e le politiche europee, eventi e bandi di interesse, gare, appalti ed opportunità di lavoro, ricerca di partenariati e progettazione europea a favore delle Associazioni confederate e dei singoli professionisti. L’attività del Desk si arricchisce continuamente con l’evoluzione delle politiche europee e si dedica anche alla formazione dei giovani laureati e laureandi, attivando numerosi stage formativi quale ente ricevente di programmi nazionali (es. Master &Back) e europei (es. Erasmus) accreditato presso numerose Università Italiane.

A livello europeo e internazionale Confprofessioni aderisce al CEPLIS (Conseil Européen des Professions Libérales) di cui riveste la Presidenza e all’UMPL (Unione mondiale delle professioni liberali) di cui ricopre la Vice Presidenza.

Conclusioni

Quanto espresso fino a ora non può essere esaustivo nella comprensione del sistema di rappresentanza sindacale degli psicologi liberi professionisti, né della conoscenza del sistema PLP/Confprofessioni. Vuole semplicemente dissolvere i dubbi generati da non appropriata informazione. Come da promessa, sarà realizzato, in data 13 novembre, un Webinar sui temi della rappresentanza sindacale, con esperti del settore, a cui tutti potranno partecipare.

Ci auguriamo che quanto accaduto non riaccada e che in assenza di informazioni certe i colleghi, soprattutto quelli che hanno ruoli di rappresentanza e godono della fiducia di altri colleghi, possano studiare e approfondire, prima di affermare pubblicamente inesattezze, nel rispetto e per la tutela e la credibilità dell’intera comunità professionale.


COMMENTI POST

Matteo:             Attenzione perché durante il processo di pagamento della assicurazione RCT campi ci sono due innocue caselle che vengono selezionate automaticamente, cliccando le quali si aderisce in automatico a sinapsi, il neo sindacato degli psicologi. Molto particolare la scelta di usare l’adesione alla rct per fare passare questo, lascio immaginare a chi legge il mio punto di vista

EDIT: LA SPUNTA NON È (PIU) AUTOMATICA

Eliana:               Direi inaccettabile!

Marco:               Particolare o meno, è una direzione pressoché obbligata perché è la normativa, dalle legge 24/2017 in poi, a identificare i soggetti che possono fornire polizze RC professionali. Potranno farlo, fra gli altri, i sindacati. La forma associativa di CAMPI, nata dal primo CNOP come cassa mutua degli psicologi, non potrà più distribuire la polizza, e per questo da CAMPI è stato istituito SINAPSI, che è un sindacato associato a CAMPI. Fra l’altro l’adesione è gratuita per chi acquista la polizza, caso pressoché unico perché in genere i sindacati prima ti chiedono l’iscrizione a pagamento, e poi semmai ti offrono il servizio.

Ines:    quindi vanno spuntate?

Marco:              quest’anno ancora non è obbligatorio, perché il soggetto erogatore è ancora CAMPI e quindi l’iscrizione anche a SINAPSI non è obbligatoria.

Dall’anno prossimo il soggetto erogatore sarà SINAPSI, necessariamente, e quindi ciò che finora abbiamo stipulato con CAMPI, che è una cassa mutua, dal prossimo anno lo stipuleremo con SINAPSI, che è sindacato.

Giuseppe:        dai cambiamenti normativi alla scelta di costituire un nuovo soggetto, divisivo rispetto alla categoria professionale, e di occultamente forzare i colleghi all’iscrizione a questo soggetto, con finalità ben diverse da quelle assicurative, ci sono una serie di passaggi politici nascosti e estremamente discutibili.

Marco:               divisivo non so, so (ma io non ho nessun ruolo in CAMPI e quindi riferisco da terzo), so che si tratta di una direzione inevitabile.

Sinceramente non so nemmeno a che punto siamo, perché si attendeva un decreto attuativo della legge Gelli che non so se sia stato pubblicato.

SINAPSI è stato costituito come sindacato gemmazione di CAMPI per poter continuare a erogare i servizi che CAMPI eroga da trent’anni.

La sua eventuale funzione sindacale è tutta da costruire, e di certo non divide più di quanto la comunità non sia già divisa.

AUPI resta il sindacato storico dei dirigenti psicologi, a cui io stesso ero iscritto. Ma non ha nessuna presa sui liberi professionisti, che sono iscritti in numero del tutto esiguo.

Poi ci sono psicologi iscritti ai tre grandi sindacati Cgil Cisl e UIL.

Poi c’è un finto sindacato, PLP, che in realtà aderisce a Confprofessioni, che è un soggetto che rappresenta i professionisti ma in quanto datori di lavoro degli studi professionali. Tra l’altro questa realtà ha clonato, senza successo di iscritti, la polizza campi ma questo è un altro discorso.

Questa è la geografia al momento.

SINAPSI si situa dove sta da sempre CAMPI. E le sue uniche ambizioni sindacali sono di eventuale rappresentanza dei liberi professionisti, sicuramente non dei dipendenti pubblici.

Lorena:             beh, diciamo la tua visione della geografia del momento 😅

Su PLP un pochino sbilanciata… PLP è un sindacato che afferisce a confprofessioni, che ha una buona credibilità con la politica e viene chiamato ai tavoli di discussione con il Governo e con le regioni e non è affatto vero che la sua rappresentanza sia solo datoriale.

Si propone infatti di rappresentare i liberi professionisti e sta facendo battaglie strategiche in questa direzione .

Da quando è sdoganato il fatto che i libero professionisti sono viste dal governo come piccole aziende le cose anche a livello sindacale, come sai bene, sono cambiate.

Peraltro, a dirla tutta, l’assicurazione offerta da PLP è decisamente più conveniente di quella offerta da Campi… Se l’hanno clonata, lo hanno fatto in senso migliorativo… E il fatto che le iscrizioni siano poche potrebbe essere per esempio dato dal piccolo particolare che finora la Campi ha avuto il monopolio e ha tutti gli indirizzi dell’intera categoria, diversamente da quanto accade a PLP?

Marco:              guarda, le polizze non sono ‘migliori’ o peggiori, offrono servizi diversi.

Se tu hai un’idea così chiara delle ‘migliori’ qualità di quella di PLP rispetto a quella di CAMPI dovresti spiegare in cosa.

Io so solo che devo scegliere una polizza che sia compliance con le caratteristiche indicate dalla legge Gelli e mi risulta che non tutte lo siano.

Voglio anche una polizza che mi copra con certezza le spese legali e un soggetto che abbia potere di intermediazione con la compagnia.

CAMPI ha 70.000 iscritti con altrettante posizioni assicurate e una storia di 30 anni, PLP ha qualche decina di polizze sottoscritte. Vedi tu dove appoggiare la tua sicurezza

Lorena: non dubitare, lo farò al più presto, stiamo giusto preparando una tabella comparativa tra PLP, CAMPI e AUPI.

Rispetto al potere contrattuale io non so su cosa PLP basi il proprio potere contrattuale, ma mi viene in mente che forse una sigla che aderisce a Confprofessioni abbia di per sé una certa credibilità…

Perché a confprofessioni aderiscono anche sigle come Andi, Fimmg، Assoingegneri e così via… E notoriamente vengono chiamati ai tavoli di contrattazione al pari dei tre grandi sindacati che tutti conosciamo.

Diversamente Sinapsi ha scelto di aderire a Cosips… Quali altri sigle aderiscono a Cosips? Ehm… Non è dato sapere e … Lanciamo un sondaggio… Chi ha sentito nominare almeno una volta confprofessioni e chi Cosips? …

So di stare divagando… Ma nel momento in cui per avere l’assicurazione professionale ad un buon prezzo sono costretta ad aderire ad un sindacato…. Credo sia bene capire anche a che tipo di sindacato sto aderendo, che battaglie porta avanti e che potete contrattuale ha….

Ma sono certa che avremo modo di parlarne in futuro, perché certo campi ha un proprio CDA ma…. Con la sfera di cristallo prevedo che AP in futuro, tra i tre sindacati cui sarà possibile iscriversi per avere l’assicurazione professionale… Propenderà per Sinapsi…

Marco:               però permettimi, non voglio farti lo spiegone perché immagino che tu conosca cos’è un sindacato, per cui non mi spiego perché metti informazioni sbagliate, comparando realtà completamente diverse fra loro.

AUPI è il sindacato storico degli psicologi, l’unico che al momento possa vantare di rappresentare gli psicologi nella contrattazione collettiva nazionale. AUPI aderisce a Fassid, che è una federazione di sindacati ed ha la rappresentatività ARAN, quindi si siede a discutere con lo Stato i contratti collettivi nazionali.

COSIPS è un sindacato che esiste dal 2013, a cui aderisce SINAPSI, che è il sindacato che è nato da CAMPI. COSIPS aderisce a CIMO, confederazione anch’essa riconosciuta da ARAN come rappresentativa, e quindi anch’essa partecipa ai tavoli di contrattazione del contratto collettivo nazionale dei lavoratori con lo Stato.

PLP non è un sindacato. È un’associazione che aderisce a Confprofessioni, che a sua volta non è un sindacato ma una confederazione rappresentativa dei datori di lavoro degli studi professionali.

Di tutti questi andrebbero valutati i numeri. A me risulta che AUPI abbia diverse migliaia di iscritti, COSIPS attraverso SINAPSI ha un migliaio di iscritti psicologi. PLP secondo me qualche decina di iscritti.

Che poi possiamo immaginare che la mirabolante influenza della grandissima organizzazione a cui aderiamo ci possa far vivere di luce riflessa, e quindi PLP possa vantare una potenza di fuoco che io ancora non ho visto, sono supposizioni.

io ti posso dire che faccio parte della segreteria regionale veneta di Cisl Medici, la quale sta dentro Cisl, che è uno dei tre maggiori sindacati italiani, ma non è che questo conferisca a Cisl Medici una particolare potenza di fuoco. Dentro i sindacati contano come sempre i numeri.

Lorena:             ti rispondo anche qui:

Sai che apprezzo i tuoi spiegoni e possiamo parlare di sindacati, della ragione per cui nascono, della loro funzione nella società e di come si sono evoluti nel tempo se vuoi…

Tuttavia credo che in questa sede possa essere utile parlare della ragione per cui per una psicologa o uno psicologo abbia senso o possa convenire, a seconda di dove svolge il proprio lavoro aderire ad un sindacato piuttosto che ad un altro.

PLP o è un sindacato o ha pubblicato sul proprio sito uno statuto truffaldino… Propendo per la prima ipotesi…

Ci sono sul tavolo oggi questioni complesse, le piattaforme hanno come collaboratori migliaia di psicologi a partita iva che firmano un identico contratto.

Gli esperti ex art. 80 firmano uno stesso contratto di tipo libero professionale.

Gli psicologi scolastici avranno presto una legge Nazionale e probabilmente un contratto libero professionale…

Potrei andare avanti.

Si pongono questioni sindacali. Quale sarà il sindacato maggiormente in grado di occuparsene? Sinapsi che fino a ieri faceva solo l’assicurazione? Aupi che si è sempre occupata di dipendenti? O PLP che tramite confprofessioni è parte sociale cui il governo si rivolge per ciò che riguarda le libere professioni?

Marco:               Per chiarirmi meglio anche io ho sentito Aldo Calderone, che è direttore di CAMPI.

Lunedì manderanno anche una newsletter informativa per spiegare l’intera operazione.

Ma in sintesi fino all’anno prossimo si può stipulare la polizza senza la contestuale iscrizione a SINAPSI, che però diventerà il soggetto erogatore della polizza dal prossimo anno come previsto a seguito della legge Gelli.

Per cui la spunta preselezionata è la scelta preferibile ma non obbligatoria ad oggi.

Per il resto, CAMPI darà le informazioni a inizio settimana prossima.

Lorena:             a questo punto di sindacati ne abbiamo 3: Aupi, sindacato storico che rappresenta soprattutto i dipendenti, PLP che aderisce a confprofessioni e rappresenta i liberi professionisti e ha già credibilità nei confronti della politica e il neonato sinapsi che aderisce ad una sigla pressoché sconosciuta, con una credibilità tutta da costruire…. Poi ad ognuno le proprie ricerche e valutazioni in merito…

Matteo:             come ho scritto anche in altro commento, e come tu sicuramente saprai, non sono tre sindacati.

AUPI è un sindacato, che aderisce a FASSID, la quale come federazione ha rappresentatività ai tavoli con il governo.

SINAPSI è un sindacato. Che tramite COSIPS aderisce a CIMO, che ha rappresentatività ai tavoli con il governo (ARAN).

Questi sono gli unici due sindacati, poi andrebbero aggiunti tutti gli altri sindacati a cui aderiscono anche psicologi, ma che se non sono specificamente declinati come sindacati degli psicologi.

PLP non è un sindacato, e non aderisce a nessuna federazione sindacale. Aderisce a Confprofessioni, che non è un’organizzazione sindacale ma un’organizzazione datoriale di titolari di studi professionali. Per capirsi: non è come la Cgil ma come Confindustria. Infatti non rappresenta gli psicologi in quanto psicologi.

Non ho capito perché si debba chiamare sindacato ciò che non è sindacato.

Lorena:             Sai che apprezzo i tuoi spiegoni e possiamo parlare di sindacati, della ragione per cui nascono, della loro funzione nella società e di come si sono evoluti nel tempo se vuoi…

Tuttavia credo che in questa sede possa essere utile parlare della ragione per cui per una psicologa o uno psicologo abbia senso o possa convenire, a seconda di dove svolge il proprio lavoro aderire ad un sindacato piuttosto che ad un altro.

PLP o è un sindacato o ha pubblicato sul proprio sito uno statuto truffaldino… Propendo per la prima ipotesi…

Ci sono sul tavolo oggi questioni complesse, le piattaforme hanno come collaboratori migliaia di psicologi a partita iva che firmano un identico contratto.

Gli esperti ex art. 80 firmano uno stesso contratto di tipo libero professionale.

Gli psicologi scolastici avranno presto una legge Nazionale e probabilmente un contratto libero professionale…

Potrei andare avanti.

Si pongono questioni sindacali. Quale sarà il sindacato maggiormente in grado di occuparsene? Sinapsi che fino a ieri faceva solo l’assicurazione? Aupi che si è sempre occupata di dipendenti? O PLP che tramite confprofessioni è parte sociale cui il governo si rivolge per ciò che riguarda le libere professioni

Matteo:             non è questione di di dichiarazioni truffaldine.

In Italia l’attività sindacale è libera e quindi io posso scrivere nello statuto di un’associazione qualsiasi che faccio attività sindacale.

Posso perfino salire su uno sgabello nel reparto della fabbrica in cui lavoro e dire che faccio sindacato, e lo sto facendo effettivamente.

Altra cosa è essere riconosciuti.

Su quello ci sono norme precise in tema di rappresentatività, che forse è meglio che approfondisci, perché a questo punto mi viene il dubbio che tu non sappia la differenza.

PLP, AUPI o SINAPSI possono fare quello che vogliono.

Ma come sempre contano i numeri. I numeri fanno la rappresentatività.

La rappresentatività è certificata da ARAN, che è un ente dello Stato. Prova a vedere se c’è Confprofessioni?

Lorena:             io credo che tu stia perdendo di vista l’obiettivo.

La rappresentatività è un concetto che va calato in un contesto e che si prefigge un obiettivo.

Aupi rappresenta magnificamente gli psicologi e la sua rappresentatività certificata fa sì che tu abbia qualche soldo in più a fine mese, magari qualche giorno in più di congedo se decidi di avere un altro figlio ma…

La rappresentatività dei liberi professionisti passa attraverso altri canali e sono diversi i temi su cui contrattare.

Sinapsi saprà farlo? Può essere, ma inizia adesso… PLP parte con anni di esperienza e reti… Poi ovviamente ognuno farà le sue valutazioni

Marco:               come già scrivevo sopra con Marcello Grosso, il problema attuale di tutti i sindacati è che sono strutturalmente attrezzati per gestire la contrattazione nel rapporto di lavoro dipendente tipico, ma non tutte le altre forme di lavoro.

Questo vale per tutti, dalla CISL in giù.

I lavoratori dipendenti in Italia sono circa 20 milioni.

I lavoratori autonomi circa 5 milioni.

Il che significa che il sistema dei sindacati oggi (da sempre) non è in grado di tutelare il 20% dei lavoratori italiani.

Fino a pochi decenni fa stava nell’ordine delle cose, perché i lavoratori autonomi non avevano bisogno di tutela in quanto erano agenti veramente autonomi sul mercato. Avevano proprie organizzazioni che erogavano servizi e tanto bastava.

Oggi non è più così, si è affermato un modello di lavoratore autonomo solo nominale, che in realtà è un lavoratore subordinato mascherato.

Nessuno tutela questo strano ibrido, i sindacati semplicemente non sono attrezzati.

Il giorno in cui emergerà un sindacato in grado di incidere veramente su questa fetta di lavoratori italiani, a partire da una dimostrata credibilità che dovrà tradursi in un numero di iscritti, io stapperò una bottiglia.

Al momento sono tutte chiacchiere pluripartisan.

Dominella Quagliata (lunedì 21 ottobre):       Gentile Matteo, credo si sia trattato di un errore nell’impostazione del modulo di accettazione, o di una benevola leggerezza, da ciò che comunichi poi risolto, forse anche grazie alla tua segnalazione. Campi è una realtà seria, che da decenni supporta la nostra professione, così come persona seria è Aldo Calderone, presidente di Sinapsi. Abbiamo la fortuna di avere colleghe e colleghi da sempre in attività per tutelare e promuovere la nostra attività professionale: le persone impegnate con la gestione degli ordini e della cassa, i colleghi di Aupi e Sumai a cui dobbiamo tanto, chi ha fondato e gestito con passione associazioni di categoria. Siamo tante e tanti, ci manca solo la capacità di fare squadra, tutti insieme, almeno su alcune importanti questioni, e soprattutto ci manca la capacità di dialogare costruttivamente nel momento in cui emergono diverse specifiche convinzioni, che se ben gestite costituirebbero ricchezza. Almeno questo ci manca in questa realtà parallela, l’ambiente “social”, dove tutto diventa possibile, anche la maleducazione e la, consapevole o inconsapevole, disinformazione.

Leggendo i commenti sotto il tuo post, mi sono resa conto di quanto necessiti, urgentemente, una sana, corretta e non faziosa informazione/formazione di psicologhe e psicologi sui temi delle organizzazioni di rappresentanza sindacale. Ho letto tantissime sciocchezze, mi auguro scritte in buonafede, ma non per questo meno gravi per la salute della nostra professione. Tendenzialmente non amo i social; sono arrivata qui, al tuo post, perché ripetutamente segnalatomi in una tanto attesa sera di sabato. Questa premessa per esprimere la volontà di offrire una corretta informazione sui temi trattati, ma con le modalità che ci meritiamo: un webinar che consenta di interagire con relatrici e relatori, esperti di politiche sindacali. Ai social riservo la funzione, gradevole, di divertirmi e deliziarmi con la bellezza della leggerezza e/o della cultura.

Scusami Matteo, il mio intervento non vuole costituire disconferma della tua percezione, ma la delicata richiesta, che ripetutamente faccio a me stessa, di segnalare ciò che non va bene, ignorando l’attribuzione di una fattispecie d’intenzionalità. So che saprai capirmi… nella speranza di incontrarti nella “vita reale”

Dominella Quagliata (martedì 22 ottobre):    Buongiorno, credo che serva a tutte e tutti noi una formazione sulla rappresentanza della professione, che offriremo con un webinar, tenuto da esperti in materia. Intanto, su invito di alcuni colleghi iscritti a PLP, in qualità di presidente nazionale, mi corre l’obbligo di fare qualche precisazione in merito alle inesattezze scritte nei commenti di questo post.

PLP Psicologi Liberi Professionisti – Sindacato Nazionale COMPONE Confprofessioni. Tradotto significa che Confprofessioni, sindacato di secondo livello, è costituita da tutte le sigle che la compongono, ossia PLP (Psicologi), oltre che ANDI (Odontoiatri); ANMVI (veterinari); FIMP (Pediatri); FIMMG (Medici medicina generale); (Psicologi); ALA (Architetti); ANTEC (Tecnici);ASSOINGEGNERI (Ingegneri); FIDAF (Agronomi); INARSIND (Architetti e Ingegneri); SINGEOP (Geologi). ANF (Avvocati); FEDERNOTAI (Notai); ADC (Commercialisti); ANC (Commercialisti); ANCL (Consulenti del lavoro); ANREV (Revisori contabili); UNGDCEC (Commercialisti); ANA (Archeologi); CIPA (Professionisti e Artisti). Ciò significa che la firma sul CCNL studi professionali la appone il presidente Confprofessioni, per conto di tutte le sigle che la compongono; stessa cosa vale per le audizioni dei governi regionali, Governo e Parlamento, in cui tutti noi siamo rappresentati, in base al contenuto da trattare, da esponenti delle diverse sigle, PLP per ciò che riguarda la psicologia. Le decisioni rappresentate da Confprofessioni sono assunte in seno al Consiglio Nazionale, di cui io faccio parte, insieme ai presidenti nazionali delle citate sigle. Tra l’altro usi un criterio per definire Sinapsi sindacato, ma ignori lo stesso per descrivere PLP.

La rappresentanza sindacale interessa tutti i lavoratori, ma si distinguono due fattispecie: lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi (tra cui i liberi professionisti), che “possono” anche essere datori.

I sindacati che citi, tra l’altro non tutti, sono sottoscrittori di contratti collettivi in rappresentanza di dipendenti e non di lavoratori autonomi/liberi professionisti. Confprofessioni sottoscrive il CCNL in rappresentanza dei liberi professionisti datoriali.

Il ragionamento che fai, quando affermi che Confprofessioni rappresenta solo i datoriali, perché abbia tenuta, dovrebbe essere applicabile anche alle altre realtà di rappresentanza dei lavoratori autonomi (Confindustria; Confcommercio; Confartigianato; ecc.). Quindi secondo te le suddette rappresentano esclusivamente gli imprenditori, i commercianti e gli artigiani che hanno dipendenti. Chi oltre te può affermare questo?

Confprofessioni è riconosciuta, fin dal 2001, unica parte sociale del settore libero-professionale e nel 2010 è stata chiamata a far parte del Cnel, dove attualmente coordina la Consulta del lavoro autonomo e delle professioni, espressione di tutte le associazioni di rappresentanza di secondo livello del lavoro autonomo. Prova a fare una veloce ricerca su Google, con parole chiave “convocazione governo rappresentanze sindacali”, ti accorgerai quali delle sigle da te citate compare tra i risultati di ricerca. Te lo anticipo: solo Confprofessioni. Qualcosa vorrà dire o forse al Governo hanno bisogno di qualche formazione specifica sulla rappresentanza?

Scrivi che PLP non è un sindacato, che ha clonato la Polizza RC professionale di CAMPI, che ha qualche decina di iscritti, che per garantire i colleghi serve potere di contrattazione e, probabilmente, mi sfugge qualche altra inesattezza.

Dopo quanto ho scritto, tu e chi ci legge, sarà ovvio affermare il contrario. In Italia i sindacati sono associazioni, con una precisa forma statutaria, potrai tranquillamente leggere lo statuto di PLP sul nostro sito. Anche tu, e lo sai bene, puoi decidere di fondare un sindacato. Basta scopiazzare uno statuto e registrarlo presso l’Agenzia delle Entrate. Bene, fatto questo puoi fregiarti di tale denominazione e farti anche un bel sito, invitando chi vuoi rappresentare a iscriversi. Per la legge italiana è così. Il punto è che la funzione di rappresentanza è direttamente proporzionale al riconoscimento del sindacato da parte delle istituzioni politiche. Come sai, quali rappresentanze di psicologi, anche tramite le confederazioni di riferimento, sono convocate dal Governo e dai governi regionali oltre PLP?

PLP ha clonato la Polizza di CAMPI? Non so cosa intendi per clonare. Se ti riferisci alla similitudine della polizza, temo che non ci siano molti margini di creatività e personalizzazione nella stipula di una polizza professionale. Quanto invece all’ipotesi dell’aver “copiato”, se fosse un servizio opzionale potrei immaginare le tue fantasie, ma trattandosi di un obbligo di legge la cosa non regge. Piuttosto, la copertura sanitaria UNISALUTE non è obbligo di legge per i colleghi, PLP la garantisce da tantissimi anni, CAMPI ha provato a stipularla solo qualche mese fa, non so ancora se con successo, visto che sul sito ad oggi, 22 ottobre, c’è scritto sottoscrivibile fino al 17 ottobre. Ci hanno copiato? Assolutamente no, è sano che un’organizzazione provi a garantire ai propri iscritti più vantaggi possibili e la copertura sanitaria non se l’è di certo inventata PLP, anche se ci è arrivata molto prima.

Se ti fossi scomodato ad aprire www.psyplp.it, ti saresti accorto che PLP conta oltre un migliaio di iscritti. Tra l’altro è l’unico sindacato a pubblicare l’elenco, offrendo agli iscritti uno spazio web customizzabile. Sui numeri dichiarati dagli altri ci fidiamo e siamo felici che ci siano tantissime adesioni. Non viviamo il concetto di concorrenza e non abbiamo mai sgomitato per far crescere il numero di iscritti, cercando di screditare gli altri. È una pratica terribile che aborriamo e non certo perché siamo già pienamente, come i fatti pubblici evidenziano, titolati a rappresentare i colleghi liberi professionisti.

Quanto al potere di contrattazione con Assicurazioni, banche e altri soggetti con cui stipulare convenzioni, ti basta leggere quanto offriamo agli scritti per capire se abbiamo o meno questa capacità.

Infine, anche se sono certa di non aver chiarito qualche punto da te erroneamente trattato, se il tuo intento era accreditare Sinapsi/CAMPI, screditando PLP – voglio credere che non sia così, ma così appare a tutti quelli che mi hanno segnalato il tuo post – temo tu abbia scelto una strategia fallimentare. Hai affermato, anche a nome di Aldo Calderone, che CAMPI ha creato il sindacato Sinapsi perché altrimenti non avrebbe più potuto stipulare, secondo il decreto 232/23, la polizza professionale. È terribile che passi questo messaggio, è un autogol non solo per CAMPI, ma per l’intera categoria professionale. Creare un sindacato per non perdere iscritti di un’associazione e entrate svilisce, su tutti i fronti, la nobiltà della rappresentanza sindacale. Sono certa che hai frainteso le intenzioni di CAMPI, mi rifiuto di credere che dopo tanta pregevole storia si sia operata questa bassezza. Tra l’altro, alla luce di quanto affermato, come potrà essere interpretato l’art. 3.4 del suddetto decreto? Sinapsi sarà valutato idoneo a fronte di uno statuto e di qualche migliaia, da raggiungere entro ottobre 2025, di iscritti? Mi auguro di sì. PLP continuerà a sottoscrivere la polizza collettiva, perché già parte sociale.

Spero in futuro, per rispetto dell’intelligenza dei colleghi, vorrai informarti prima di fare affermazioni, soprattutto quando queste riguardano soggetti terzi.

Marco:               vedo solo ora questo commento e mi scuso.

Vorrei solo chiedere se PLP o Confprofessioni rappresenta gli psicologi nella contrattazione del loro CCNL come psicologi, e non come parte datoriale negli studi professionali, con rappresentatività riconosciuta dall’ARAN.

Vorrei inoltre avere conferma del numero dei sottoscrittori della polizza RC professionale PLP, se possibile.

Vorrei infine chiedere se la polizza Allianz, in passato sostanzialmente identica a quella di CAMPI, è stata costruita sulla base delle statistiche di sinistrosità fornite da PLP oppure su quali altre statistiche di sinistrosità.

La risposta che avrei dato se non fossero stati disabilitati i commenti

Dominella Quagliata:              nessun problema, chi lavora può sostare poco sui social, comprendo perfettamente e con piacere rispondo alle tue domande.

Mi chiedi se PLP o Confprofessioni (ti ricordo che PLP, insieme ad altre 19 sigle costituisce Confprofessioni) ha rappresentatività riconosciuta dall’ARAN, nonostante in un post precedente affermi che non ce l’abbia. Perché chiedermelo se lo sai? Ma ne approfitto per informarti il motivo per cui non l’abbiamo. Per i colleghi che ci leggono, dobbiamo specificare che ARAN, cui fai riferimento, è l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, che rappresenta le pubbliche amministrazioni nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro. Confprofessioni rappresenta i liberi professionisti. Dunque l’accostamento ARAN/Confprofessioni costituisce un ossimoro. Se avessi letto il mio commento, o ti fossi informato altrove, avresti appreso che la rappresentanza sindacale riguarda sostanzialmente due fattispecie: i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi. Poi esiste una numericamente residua categoria atipica costituita dai convenzionati, per cui esistono contratti riconosciuti da ARAN, perché a committenza stabile pubblica, nonostante non siano compresi nella fattispecie dei dipendenti e, per certi versi, nemmeno, pienamente, in quella dei liberi professionisti. Certo è che se ci fosse la possibilità di ottenere per gli psicologi un contratto simile a quello dei medici di medicina generale, ci potremmo chiedere se a sottoscriverlo fossero più titolati i Sindacati degli Psicologi dipendenti o meno. Ti ricordo che il contratto dei MMG è sottoscritto da FIMMG, una delle 20 sigle di Confprofessioni, in quanto sottoscrittrice di questo specifico contratto è riconosciuto da ARAN. Quanto alla rappresentatività dei liberi professionisti, dovresti redarguire il Governo centrale, e quelli regionali, perché regolarmente convocano Confprofessioni in rappresentanza dei liberi professionisti o, magari, puoi chiedere loro perché lo fanno. In alternativa puoi partecipare al webinar che realizzeremo il 13 novembre.

Mi chiedi se è possibile conoscere il numero dei sottoscrittori della polizza RC professionale, anche se un commento precedente affermi che sono una decina. Tutto ciò che riguarda PLP è accessibile a tutti. La polizza è stata sottoscritta da PLP (N.B. non sono gli iscritti a sottoscriverla, in quanto polizza collettiva, loro si limitano a chiedere di fruirne gratuitamente in quanto associati) con valenza 1 gennaio/31 dicembre 2024. Al momento è stata richiesta da 331 associati, poco più della tua presunta decina. Gli iscritti a PLP sono attualmente 1247, con un’impennata di iscrizioni, per buffa casualità, dopo il tuo commento su PLP. Il dato che ci riempie di gioia è che sono molti di più quelli iscritti prima della sottoscrizione della polizza e che, dunque, non hanno aderito meramente per assolvere un obbligo di legge. Comunque il dato è pubblico ed evincibile dal nostro sito www.psyplp.it

Infine, mi chiedi se la polizza, in passato sostanzialmente identica a quella di CAMPI, è stata costruita sulla base delle statistiche di sinistrosità fornite da PLP oppure su quali altre statistiche di sinistrosità.

È facilmente deducibile che per una polizza di prima attivazione non sia possibile, da parte del contraente, offrire statistiche interne di sinistrosità , come per PLP, così come per tutti, tra cui CAMPI in prima attivazione tantissimi anni fa. Quindi, così come dovresti redarguire il Governo perché convoca Confprofessioni, allo stesso modo dovresti farlo con una solida Compagnia assicurativa che se stipula contratti si baserà di certo su proprie attendibili statistiche. A meno che non pensi che in questo terribile sindacato, o non sindacato come tu lo definisci, appena associati i colleghi inizino a compiere sinistri all’impazzata, determinando il default di una realtà assicurativa storica. Piuttosto, se possiamo permetterci in prima battuta una polizza che tu stesso definisci identica a quella di CAMPI che scade a fine mese, poniti qualche domanda sulla percezione della credibilità di PLP che, probabilmente, solo tu continui a mettere in dubbio.

Ma permettimi, dopo tutte queste risposte, di porti io una domanda. Se Confprofessioni secondo te serve a ben poco, perché quando eri presidente di Altra Psicologia, per ben due volte, avete chiesto di aderire? Avevi capito tutto…poi cosa ti è successo?

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