Da giorni su tutti i media nazionali si discute di quanto sarebbe avvenuto a Reggio Emilia (il condizionale è d’obbligo) all’interno dell’ormai nota inchiesta “Angeli e Demoni”. In base ai riscontri degli inquirenti sarebbero coinvolti anche alcuni psicologi, i quali avrebbero utilizzato prassi e comportamenti lesivi nello svolgimento del proprio lavoro con i minori.
Non è possibile allo stato entrare ulteriormente nel merito di fatti che ancora dovranno essere accertati nelle sedi competenti, di certo è possibile fare alcune puntualizzazioni.
In primis PLP, e l’intera categoria degli psicologi, condanna con ferma determinazione qualsiasi azione in contrasto col benessere dei minori, in generale e quindi anche durante le delicate procedure di affidamento degli stessi, ricordando che gli psicologi sono tenuti a rispettare una rigida normativa deontologica, accreditate metodologie scientifiche e buone prassi ratificate (es. vedi Carta di Noto). Solo all’interno di questo confine normativo, scientifico e deontologico è possibile assolvere al mandato degli Psicologi, lavorando per il bene di ogni persona.
In secondo luogo ogni responsabilità di tipo penale, qualora accertata, è da ritenersi personale, pertanto le eventuali attività nello specifico poste in essere certamente non rispecchiano il lavoro della stragrande maggioranza degli psicologi che quotidianamente si spende in ogni campo per promuovere con passione e competenza il benessere dell’individuo e della collettività.
In attesa degli sviluppi di questa triste vicenda ricordiamo che ogni psicologo agisce soprattutto per promuovere il benessere, anche prevenendo qualsiasi forma di disagio, tutelando i soggetti più fragili.