Il 2019 è iniziato con l’offerta di opportunità per gli psicologi che, residenti al sud, vogliono avviare studi professionali o atre attività imprenditoriali.
Da quest’anno, infatti, la possibilità di fruire delle agevolazioni previste dal programma “Resto al Sud”, finora riservate solo agli under 36, viene estesa anche agli under 46 e ai liberi professionisti.
Con il via libera alla legge di Bilancio 2019 anche gli psicologi sono destinatari delle agevolazioni di Resto al Sud, che offrono contributi per l’avvio di imprese nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. L’iniziativa è stata fortemente sostenuta da Confprofessioni, cui aderisce PLP – Psicologi Liberi Professionisti, che già nel Rapporto 2017 sulle libere professioni aveva messo in luce la massiccia migrazione di liberi professionisti dal Sud al Nord. Secondo i dati di Confprofessioni, infatti, il 59,9% dei giovani laureati nel 2011 a distanza di 4 anni ha abbandonato il Sud per trasferirsi al Nord (49%), al Centro (48%) e all’estero (3%). In termini assoluti si tratta di un esercito di 1.846 giovani professionisti che ha abbandonato la propria città e ha cercato fortuna altrove. Un fenomeno evidenziato anche nella relazione illustrativa alla legge di Bilancio, che individua nell’incentivo Resto al Sud «una risposta efficace alle difficoltà del comparto libero-professionale, dando un suo significativo contributo alla riduzione del divario».
Invitalia sottolinea che i liberi professionisti che intendono accedere all’incentivo, nei dodici mesi che precedono la richiesta di agevolazione a Invitalia, non dovranno essere titolari di partita Iva per un’attività analoga a quella proposta per il finanziamento. Inoltre, dovranno mantenere la sede operativa nelle regioni del Mezzogiorno interessate.
A poter beneficiare delle agevolazioni potranno essere, ad esempio, i professionisti, ex dipendenti di uno studio, che vorranno aprirne uno proprio o chiunque voglia uscire da una situazione di precariato o lavoro irregolare. Più in generale si offre una possibilità a chi vuole investire sulle proprie competenze ma ha difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro.
Invitalia ricorda che il finanziamento Resto al Sud copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo; finanziamento bancario pari al 65%dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi.
L’importo massimo del finanziamento erogabile è di 50 mila euro per ciascun socio, fino ad un ammontaremassimo complessivo di 200mila euro. «Il provvedimento stanzia importanti risorse che non rappresentano il classico finanziamento a pioggia, ma un investimento a lungo termine nel capitale intellettuale espresso dal Mezzogiorno» ha dichiarato il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, in un recente articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore. «I giovani professionisti del Sud rappresentano una risorsa inesauribile di competenze che può contribuire allo sviluppo del sistema imprenditoriale ed economico del Mezzogiorno. È un primo passo che però va sostenuto con una mirata programmazione regionale dei fondi strutturali europei, ancora carente nel Sud, ma anche attraverso efficaci politiche attive del lavoro e misure di welfare calibrate sui giovani».
Per approfondire: Programma “Resto al Sud”