SILVER è un progetto, inaugurato il 14 ottobre 2016, che utilizza un approccio innovativo e sperimentale per aiutare alcuni fra i soggetti più vulnerabili, ovvero i migranti vittime di traumi psicologici, favorendone la salute mentale e il reinserimento sociale nel territorio siciliano. Silver, acronimo che sta per “soluzioni innovative per la vulnerabilità e il reinserimento sociale dei migranti”, attinge ai fondi Fami 2014-2020 (Fondo asilo, migrazione e integrazione); si colloca all’interno dell’obiettivo nazionale Accoglienza e asilo e, in particolare, nelle azioni di potenziamento del sistema di prima e seconda accoglienza. Il progetto utilizza uno stanziamento di 2.668.359,73 euro.
Gestione e partnership
A gestire le attività del progetto sono le aziende sanitarie provinciali di Agrigento (Asp 1), Caltanissetta (Asp 2), Catania (Asp 3), Enna (Asp 4), Messina (Asp 5), Ragusa (Asp 7), Siracusa (Asp 8) e Trapani (Asp 9). È quest’ultima, l’Asp 9 di Trapani (ente capofila), a coordinare e garantire unità e armonia alle attività stesse. Responsabile del progetto è il Dr Antonio Sparaco, coordinatore aziendale delle Attività di prevenzione del dipartimento di Salute mentale dell’Asp 9.
A coadiuvare i partner pubblici, un gruppo di 11 partner privati operanti già da anni nel sociale su tutto il territorio siciliano, riuniti per l’occasione in un’associazione temporanea di scopo (Ats):
- Agci Sicilia – Associazione generale delle cooperative italiane
- Anolf – Associazione nazionale oltre le frontiere
- Apa – Accademia psicologia applicata
- Cresm – Centro di ricerche economiche e sociali per il Meridione
- In Cammino – società cooperativa
- Iopervoiperio – società cooperativa
- Plp – Psicologi liberi professionisti
- Siapa – centro studi e ricerche
- Simm – Società italiana di medicina delle migrazioni
- Societate – società cooperativa
- Vivere Con – società cooperativa
A questa inedita partnership tra pubblico e privato, offrono il proprio supporto anche il CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi), l’Organizzazione mondiale della sanità, Save the children, le Prefetture siciliane, il dipartimento di Giustizia minorile, l’assessorato regionale della Salute, l’assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, l’assessorato della Cittadinanza sociale del Comune di Palermo, il Policlinico di Palermo, il Dipartimento di Scienze Psicologiche Pedagogiche e della Formazione Università degli studi di Palermo, Intermedi@job (Agenzia per il Lavoro), il SIAM, il Cospecs-Unime, l’AO Papardo, il Movi Caltanissetta, la Samot Onlus Caltanissetta, ConfProfessioni Sicilia.
Perché questo progetto?
Spinti da guerre civili, persecuzioni, massacri e genocidi, sono sempre più numerose le persone che fuggono lasciando dietro di sé drammi indicibili. A questo si aggiunge un viaggio spesso denso di pericoli e violenze psicofisiche, spesso anche di natura sessuale. Non si tratta più, dunque, di un “viaggio della speranza” ma di un viaggio di disperazione e per questo, una volta sbarcati, si assiste sempre più di frequente a un’emersione di disturbi di natura psichica.
Qual è la novità?
Rispetto all’assistenza già offerta sul territorio dalle Asp attraverso la capillare rete di ambulatori, la novità sta nel diverso approccio, che attinge alla psicologia transculturale, all’etnopsicologia e all’antropologia socioculturale, per formare figure specifiche per l’identificazione, l’emersione e il trattamento dei disagi psico-sanitari degli stranieri provenienti da contesti socioculturali spesso diversissimi dal nostro e diversi anche fra loro.
Dal punto di vista operativo, l’aspetto più innovativo è nell’equipe multidisciplinare di cui si è dotata ogni provincia, costituita da psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, assistenti sociali o antropologi o sociologi e mediatori culturali, operanti sia presso gli ambulatori dedicati in ogni ASP sia sul territorio attraverso le unità mobili attivate dal progetto.
E dopo?
Al termine del progetto, la Sicilia avrà consolidato una rete di supporto al migrante con disagio psichico, ma anche protocolli operativi standard condivisi, che potranno eventualmente essere adottati come linee guida dall’assessorato e fare da modello virtuoso, una banca dati regionale del migrante (SilverTrace) e uno strumento automatizzato di chiamata dei mediatori culturali (SilverCall) per semplificare il lavoro degli operatori.
PLP in SILVER
Per saperne di più visita il sito web dedicato: www.progettosilver.it